La Trinacria, prima dell’epoca romana in cui assunse il significato elusivo di rappresentazione della terra di Sicilia, appariva con significati di tipo religioso già tra il VI e il IV secolo a.C. su alcune monete. In Asia Minore infatti vennero ritrovate monete in cui si soleva ricondurre il dio sole con la sua triplice forma (inverno, primavera ed estate).
I Greci trasferirono in occidente questo simbolo all’interno di un cerchio, sempre sulle monete, finché giunse fino a Siracusa stessa.
Tuttavia, abbiamo detto che il suo attuale significato sia stato assunto quando abbandonò il senso religioso, per rappresentare soltanto quello di rappresentazione dell’isola.
Dal 2000 la bandiera della Regione Siciliana raffigura una diagonale che la divide in due metà (una gialla e una rossa) e su cui al centro è posta la testa della Gorgone all’interno di tre gambe piegate.
Le ginocchia, rappresentano i tre punti più stremi, i promontori: capo Boeo a nord-ovest, Capo Peloro a nord-est e Capo Passero a sud, vicino Siracusa.
Esiste una leggenda che narra che tre ninfe viaggiavano per tutto il mondo portando con sé i frutti più belli che la Terra potesse donare. Quando arrivarono in Sicilia, si innamorarono follemente del luogo a livello che decisero di non ripartire e di regalare al mare tutto ciò che avevano raccolto fino ad allora. Le acque a quel punto si aprirono facendo emergere la terra che collegava le tre montagne appena emerse.
La Trinacria è considerato oggi un simbolo portafortuna strettamente legato alla superstizione nella cultura popolare siciliana. Per questo, l’immagine viene utilizzata da tutti i produttori di ceramica per decorare vasi e oggetti con lo scopo di allontanare gli influssi maligni. Quando regalata, possedendo un significato di fertilità, acquisisce i significato di buon auspicio.