Carmelo Trentacosti e Salvatore Gambuzza: la magia di una cena a quattro mani
Una calda e afosa serata di luglio resa indimenticabile da due stili di cucina che si incontrano, dialogano tra loro e sfociano in un’esperienza culinaria di grande suggestione. Si è svolta così la special dinner al Donna Floriana Bistrot del Mangia’s Resort Torre del Barone. Forte il legame con la tradizione e il gusto siciliano incarnato dal Bistrot che prende il nome della mamma – Floriana – del presidente del gruppo Marcello Mangia, grandissimo imprenditore che custodisce gelosamente l’antico ricettario di famiglia. Una cena a quattro mani condotta dallo chef resident Salvatore Gambuzza e dallo chef del MEC Restaurant, Carmelo Trentacosti, che ha appena conseguito la prima stella Michelin.

Salvatore Gambuzza (sx) e Carmelo Trentacosti (dx)
Visit Sicily, ospite del gruppo Mangia’s, racconta attraverso immagini, video e parole le emozioni vissute lo scorso 23 luglio a Sciacca.
Una serata all’insegna del confronto, inteso come scambio tra diversi che in fondo, però, mirano a trovare qualcosa di sé nell’altro: riconoscersi guardandosi da fuori, in una parola sola specchiarsi. Un omaggio reciproco tra due chef dove il piatto di uno rimanda alla cucina dell’altro. Emozioni, memorie, legami familiari e territoriali sono il lessico di una cucina pulita e schietta che attraverso un’esplosione di colori estivi non rinuncia all’eleganza e alla personalità.
Un convivio tutto siciliano anche nella scelta dei vini, che hanno accompagnato le portate, della cantina Planeta, rappresentata dal giovane Costante Planeta. Un viaggio non soltanto multisensoriale, ma anche multiterritoriale che traccia i cinque territori in cui da ben diciassette generazioni va avanti la cultura Planeta: Menfi, Vittoria, Noto, Capo Milazzo e l’Etna.
Il giro itinerante per la Sicilia inizia con il saluto dello chef Trentacosti che sa come lasciare il segno con il suo finto baccello di piselli, realizzato con mousse di piselli, germogli di legumi verdi e terriccio di olive nere, accompagnato dal Brut Metodo Classico da uve Carricante coltivate nel versante nord etneo a 850 metri di altitudine.

Finto baccello di piselli
La cucina sentimentale degli chef si riflette già dal secondo piatto, Russu d’amuri, che Salvatore Gambuzza dedica alla madre: trasparenza di tonno bilanciato, aromi di Sicilia, anice stellato e cardamomo avvolgono un fresco cuore di anguria osmotizzata. Freschezza e succulenza accompagnate dalla versatilità dell’unica DOCG Siciliana – il Cerasuolo di Vittoria – da uve Nero d’Avola e Frappato dell’annata 2021, che Planeta coltiva nelle campagne di Dorilli, a Marina d’Acate.

Russu d’amuri
Commoventi ricordi d’infanzia sono invece racchiusi nel Cuore di Papà di Carmelo Trentacosti: un pomodoro cuore di bue delicatamente fermentato su un fondo di maionese vegetale, accompagnato da sgombro affumicato e croccante di Tumminia. Ad esaltare la ridda di sapori dell’orto e del mare ci pensa lo storico Alastro Menfi DOC, dal nome dei fiori selvatici gialli che crescono attorno al Lago Arancio, in un annata ancora giovane 2022 di Grecanico e, in piccola percentuale, di Sauvignon Blanc.

Cuore di Papà
L’inno alla tradizione palermitana è sancito dai Tinnirumi di Carmelo Trentacosti: cremosi fusilloni cotti in tegame con una clorofilla di tenerumi, salsa Mornay al sentore di zafferano e trapanese di pomodoro. Un piatto goloso accompagnato da un vino ionico, fresco e marittimo, icona dell’azienda Planeta: il Cometa Menfi DOC 2021, un Fiano in purezza coltivato a soli 150 metri dal mare.

I tinnirumi
Prima del dessert, terra e mare tornano a incontrarsi nell’ultimo piatto di Salvatore Gambuzza, Mariterra, un delicato filetto di merluzzo cotto a bassa temperatura, avvolto da uno strato di cipolla paglina, coperto da una spuma di patate, polvere di arabica e cardamomo. Stavolta l’abbinamento è affidato a uno dei vini più antichi di Sicilia, il Mamertino DOC. Un vino caldo e confortevole dell’annata 2018 da uve Nero d’Avola e Nocera che chiude generosamente il pasto.

Mariterra
Dopo il tiepido di brioche con granita di limone, Carmelo Trentacosti propone il dolce dedicato alla Santa Patrona di Palermo, Santa Rosalia, dal nome Ciuri: un fiore di rabarbaro in dolce cottura, con una mousse al lampone, crumble di mandorla e vaniglia, gelato ai frutti rossi e meringa all’anice stellato. E se la dolcezza richiama dolcezza, la cena non poteva che concludersi con un Moscato Passito 2021 del Val di Noto, in Contrada Buonivini.

Ciuri
La serata iniziata in verde si conclude con il fiore rosso di Sacrificio e Passione che, come afferma Carmelo Trentacosti: «Vuole essere un omaggio a tutti coloro che lavorano al nostro fianco, perché la stella Michelin non è mai un successo raggiunto in solitaria dallo chef, ma un traguardo tagliato insieme con tutto lo staff».

Coccola
Sullo stesso filo conduttore si basa la filosofia di Mangia’s, un’oasi di otium creativo in cui uno dei valori più importanti rimane l’amicizia che aiuta a crescere e maturare insieme. Lo sa bene Keswan Monien, General Manager su cui la famiglia Mangia’s ha scommesso e affidato la gestione di Torre del Barone per un restyling completo e sofisticato della struttura. Con grande umiltà, Monien ha espressamente invitato gli ospiti ad applaudire e ringraziare tutto lo staff di Mangia’s, prezioso valore aggiunto dell’azienda.