La storia di Noto

Il primo nome di Noto fu Neas e fu fondata da popolazioni sicane all’epoca della caduta di Troia. Quando passò nelle mani dei conquistatori siracusani, Neas assimilò usi e costumi ellenici e divenne addirittura Gymnasium. Sotto il dominio romano fu città federata al punto da essere eletta Municipium, il ché gli garantiva diversi privilegi, tra cui quello di potersi auto-governare con proprie leggi. Quando fu il tempo degli arabi, essi ne fecero una roccaforte e le diedero il nome Noto, decidendo che diventasse capitale di uno dei tre valli in cui avevano suddiviso la Sicilia, il Val di Noto. Dopo due secoli di dominio musulmano, nel 1090, Noto perse contro Ruggero I.

Noto, il barocco siciliano

Questa città strepitosa, fu rifondata nel ‘700 dopo il tremendo terremoto del 1693 e rappresenta il cuore pulsante del barocco siciliano. La sua cattedrale venne ricostruita durante 10 lunghi anni (fu terminata nel 1770), ma ciò non gli ha negato, alla fine, di poter essere inserita nel Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Quando ancora oggi si entra a Noto, si passa sotto l’Arco di Trionfo in pietra calcarea gialla, lo stesso sotto cui passò Ferdinando di Borbone nel 1838 proprio per inaugurarlo. Sulla sommità ci sono un cane (simbolo di fedeltà), una torre merlata (simbolo di potenza) e un pellicano (rappresentante il sacrificio).
Superato il monumento si inizia Corso Vittorio Emanuele.

Subito sulla destra, alla fine di una gigantesca scalinata, si erge la famosa chiesa di San Francesco dell’Immacolata. A navata unica, le pareti interne sono decorate con stucchi Rococò (evoluzione del tardo barocco).

Questa però non è l’unica chiesa che si trova sul corso e la motivazione è veramente particolare. L’assetto urbanistico aveva previsto tre strade principali, tutte sempre ben illuminate dal sole, che dovevano essere destinate ai tre ceti sociali. Il clero avrebbe risieduto sul corso, la borghesia nella parte alta, il popolo in quella inferiore. È proprio questo il motivo per cui così tante chiese si trovano sulla medesima strada.

Di fronte alla Cattedrale si trova il Palazzo Ducezio, sede del Municipio progettato dall’architetto Sinatra. L’edificio fu costruito tra il 1746 ed il 1830 su un’unica elevazione e solo negli anni ’50 gli fu sovrapposto un secondo piano che ne modificasse la linea neoclassica originaria. L’interno consta di un salone di rappresentanza che rappresenta un’esplosione di magnificenza ricco di ori e stucchi. Poco più avanti, sulla destra c’è Via Nicolaci, la via famosa famosa per l’Infiorata (che si svolge nel mese di maggio), che si conclude con la bella facciata tra due campanili della Chiesa di Montevergine. Sulla sinistra esistono ancora i panciuti balconi di Palazzo Nicolaci – Villadorata ( 1731) che possiedono ancora le mensole che li reggono perfettamente decorate con forme di animali. Al suo interno, nelle 90 stanze, risiedevano i principi di Villadorata.

Proseguendo la passeggiata, sulla sinistra c’è la Chiesa di San Carlo e il Collegio dei Gesuiti, famosa per il portale con le quattro colonne sovrastate da maschere mostruose
Alla fine, si conclude il tour delle chiese con quella dedicata a San Domenico e con la Villetta di Ercole.