ing.stefaniarena91
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"La notte mi fa impazzir"
La nostra Valle è unica, una culla di storia, un viaggio sentimentale, manifestazione di esistenza di un passato che germoglia in primavera prendendo vita tra sfavillio di colori stralucenti. In inverno è sempre implacabile, accogliente. E per noi amatori della Valle, la sera d’agosto in un luogo cosi, è imperdibile, sublime specie quando i concerti al giardino Kolymbetra fanno da soave sottofondo. Ma è proprio lì che mi voglio soffermare: la sera in estate. Con la mia famiglia decidemmo di visitarla alle 21; le luci che dovevano illuminare il percorso erano improvvisate, a tratti fatiscenti o mirate nei punti sbagliati. Ho visto gente sbuffare, gente brancolare alla ricerca del percorso perduto, che si orientavano solo con torce dei propri cellulari, come noi del resto, che la Valle potremmo tracciarla ad occhi chiusi. I fari per terra non erano bastevoli e non segnavano nessun percorso predefinito, così da trovarti ora dinanzi il tempio di Castore e Polluce, ora dinanzi la maestosità del Concordia, senza consapevolezza, quasi stordito e stanco di doverti guardare i piedi per camminare. Le guide davano spiegazioni al buio. Anche le fontane di acqua, non potabile ma con cartelli non sempre molto leggibili, osservabili solo per casualità. Delle capre giurgentane si udiva il belato, ed i turisti stupefatti di questo sorprendente incontro, le illuminavano nel buio, cercando di individuarle, quando invece si sarebbe potuto optare anche di un solo farò tra gli alberi, che permettesse di questa visione ancora più bella e particolare. Perché in effetti il percorso in Valle, è un viaggio “bucolico”, non dovrebbe mai arrecare disagio a chi l’ammira per la prima volta e fa tanta strada per questo. Detto questo, per chi non l’avesse ancora ammirata: fatelo. Ed anche al più presto 🙂