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Il Teatro Greco di Siracusa è il monumento più famoso della città, ma anche nell’antichità ebbe grande fama e prestigio internazionali essendo l’edificio per spettacoli più importante del mondo greco-occidentale, altissimo esempio di architettura civiletrasformazioni: fu chiesa bizantina, di cui si conserva la scalinata frontale e tracce di una porta mediana, e poi divenne moschea islamica. Successivamente si sovrappose agli edifici precedenti la chiesa normanna del Salvatore che venne poi inglobata in una cinquecentesca caserma spagnola e in edifici privati, rimanendo comunque visibili alcuni elementi architettonici. Tali successive sovrapposizioni danneggiarono gravemente l’edificio che fu riscoperto intorno al 1860 all’interno della caserma e venne riportato interamente alla luce grazie agli scavi effettuati da Paolo Orsi negli anni tra il 1938 e il 1942.

 

Il Parco

Gli scavi archeologici effettuati a metà del Novecento riportarono il teatro nelle condizioni in cui oggi si trova facendolo diventare epicentro del Parco Archeologico della Neapolis, un’area di 35 ettari che conserva i più importanti monumenti antichi del quartiere, nel cuore della Siracusa moderna, all’interno di uno straordinario e omogeneo contesto ambientale.
La sistemazione dell’area ricalca un’idea del tiranno Dionisio I che nel 405 a. C. volle trasformare il quartiere della Neapolis in una zona monumentale, capace di racchiudere molte delle testimonianze architettoniche della città classica.
Il Parco Archeologico della Neapolis, oltre al Teatro Greco di Siracusa, comprende l’Ara di Ierone II, monumento celebrativo dedicato a Zeus Eleutherios, l’Anfiteatro romano del III-IV secolo d.C., la più importante opera pubblica dell’epoca, l’Orecchio di Dionisio dal quale parte il percorso delle grandi latomie urbane dalle quali, ai margini della città antica, si estraevano i materiali lapidei per le costruzioni monumentali: quella del Paradiso con la grotta dei Cordari e del Salnitro, dell’Intagliatella e di S.Venera fino alla cosiddetta tomba di Archimede.

 

Il Teatro

Il Teatro Greco di Siracusa è oggi il monumento più famoso della città, ma anche nell’antichità ebbe grande fama e prestigio internazionali essendo l’edificio per spettacoli più importante del mondo greco-occidentale, altissimo esempio di architettura civile. Fu anche luogo di culto e di grandi assemblee popolari, sede di processi pubblici e, in epoca romana, fu pure adattato a esibizioni circensi e di varietà.
Quasi dimenticato nel Medioevo, nei secoli successivi il teatro è stato oggetto di trasformazioni, spoliazioni, danneggiamenti e asportazioni che oggi lasciano visibile solo la sua gigantesca impronta ricavata nella roccia che ha affascinato viaggiatori e artisti dal 1700 alla metà del 1800. Ancora oggi richiama ogni anno centinaia di migliaia di visitatori che ne vogliono ammirare la maestosità o che vogliono assistere alle rappresentazioni teatrali classiche che vi si svolgono tra la primavera e l’estate.

Gli archeologi lo studiano sin dal 1800 ma il teatro continua a essere ancora luogo fertile di ricerca e di studi per la scienza archeologica. La sua storia inizia in età arcaica: il basamento di un tempio scoperto sulla terrazza che domina da nord il teatro è databile alla fine del VI secolo a. C.. Nel III secolo a.C. il teatro si adegua ai principi costruttivi dell’architettura del mondo greco-orientale, sfruttando sapientemente la conformazione del colle Temenite dove è adagiato e coniugando a perfezione i valori architettonici con quelli paesaggistici. Giuseppe Voza, uno dei grandi archeologi contemporanei che al teatro ha dedicato tanta parte della sua attività, sostiene che esso dimostra come sia stata Siracusa a trasmettere i principi dell’architettura ellenistica al mondo romano.

 

Anfiteatro Romano
L’Anfiteatro Romano, di forma ellittica, ha dimensioni notevoli (140 metri x 90), è completamente scavato nella roccia, tranne nel lato sud. Nel XVI secolo gli Spagnoli utilizzarono i grossi blocchi squadrati che lo caratterizzavano per costruire i bastioni di difesa dell’isola di Ortigia.

 

Ara di Ierone II
All’interno del Parco Archeologico della Neapolis, a ovest dell’Anfiteatro Romano, si trova l’Ara di Ierone II (III secolo a.C.), dedicata a Giove Liberatore (Zeus Eleutherios), in onore del quale si celebrava la festa delle Eleutheria, con il sacrificio di 450 tori per volta. Si tratta di un grandioso monumento con due ingressi, a sud e a nord quest’ultimo un tempo era fiancheggiato da due Telamoni, di cui restano soltanto i piedi di quello di destra. Della costruzione rimane solo la base perché fu demolita nel XVI secolo dagli spagnoli.

 

Le Latomie e L’orecchio di Dionisio
La più conosciuta è quella del Paradisodalla quale si accede all’Orecchio di Dioniso, una grotta artificiale circondata da una vegetazione lussureggiante, imbutiforme, scavata nel calcare, alta circa 23 metri e larga dai 5 agli 11 con una singolare forma, vagamente simile ad un padiglione auricolare, che si sviluppa in profondità per 65 metri. La grotta è dotata di eccezionali proprietà acustiche (i suoni vengono amplificati fino a 16 volte). Queste caratteristiche acustiche e la forma indussero Caravaggio, che visitò Siracusa nel 1608, a denominarla Orecchio di Dionigi, dando così forza allaleggenda cinquecentesca secondo la quale il famoso tiranno Dionisio avesse fatto costruire questa grotta come prigione e vi rinchiudesse i suoi prigionieri per ascoltare, da un’apertura dall’alto, le parole ingigantite dall’eco.

 

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