L’ Opera dei Pupi è un particolare tipo di teatro delle marionette che si affermò stabilmente in Sicilia tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento e che è inserito nel Patrimonio Immateriale dell’Unesco.
I pupi siciliani sono diversi dalle altre marionette per il loro meccanismo di manovra e anche per il repertorio, che tratta di narrazioni cavalleresche derivate in gran parte da romanzi e poemi del ciclo carolingio.
In Sicilia un artefice ancora sconosciuto escogitò nuovi meccanismi tecnici che trasformarono le marionette in pupi. La differenza essenziale era che l’asta metallica che permetteva il movimento della testa entrasse dentro la testa stessa, cambiando anche il filo che sosteneva il braccio destro con lo stesso metodo, Tutto ciò, permise ai pupi di muoversi più velocemente e di rendere i duelli più “realistici”.
La tradizione siciliana, si divide in due tipi di Teatro dei Pupi, uno palermitano e uno catanese:
– la palermitana ha una dimensione dei pupi che varia da cm 80 a un metro di altezza, mentre il peso è fino agli kg 8 circa. Le ginocchia sono articolate e se il pupo è un guerriero, la spada si può sguainare e riporre nel fodero. La concezione dello spettacolo è elementare e stilizzata.
Il sistema di manovra è dai lati a braccio teso. Gli animatori sono posizionati dietro le quinte laterali del palcoscenico e poggiano i piedi sullo stesso piano di calpestio dei pupi. La scena è più profonda che lunga.
– Il promotore dell’Opera a Catania fu Don Gaetano Crimi (1807 – 1877), il quale aprì il suo primo teatro nel 1835. La tradizione catanese prevede le dimensioni dei pupi da cm 80 fino a m 1.30 di altezza. Il peso addirittura fino a kg 35 circa. Qui le gambe sono rigide, senza snodo al ginocchio e se il pupo è un guerriero, la spada è quasi sempre impugnata nella mano destra.
Il sistema di manovra avviene dall’alto di un ponte posto dietro i fondali (‘u scannappoggiu). Gli animatori sorreggono i pupi poggiando i piedi su una spessa tavola di legno sospesa a circa un metro da terra (chiamata ‘a faddacca).
Lo spazio scenico è esattamente opposto a quello palermitano: la superficie d’azione dei pupi è più larga che profonda. La concezione teatrale e dello spettacolo è più tragica, sentimentale e realistica.
Dicembre, 2023
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August 26,2019
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