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Geraci Siculo è un bellissimo borgo della provincia di Palermo che risulta essere stato fondato nel lontanissimo VI secolo a.C., durante la colonializzazione greca. Il suo nome infatti deriva da “Jerax”, che dal greco significa avvoltoio. Il riferimento è palesemente dedicato ai predatori che abitavano la zona.

Accade però, con l’avvento della famiglia Ventimiglia, che Geraci Siculo vide la sua fioritura: dal 1252 fino al declino dei Ventimiglia nel XVI secolo, il piccolo borgo acquisì sempre più prestigio.

Il Principe Giuseppe Ventimiglia di Belmonte, nel 1813, fu tuttavia arrestato per aver difeso la libertà del Regno di Sicilia e la sua Costituzione. Venne scarcerato dagli inglesi e mandato dal Ministro degli Esteri al Congresso di Vienna per difenderne l’autonomia, venendo assassinato a Parigi prima di arrivare a destinazione. Lasciando la terra senza difesa, a seguito di questi eventi, la Sicilia tornò in mano borbonica.

Monumenti

A Geraci Siculo, oltre il Parco delle Madonie a cui appartiene, possiede una serie di monumenti che vale la pena visitare: il Bevaio della SS.Trinità, il Castello dei Ventimiglia, il Convento dei Cappuccini, il Convento degli Agostiniani e il Monumento alla Pace Universale.

Natura

Trovandoci a quita 1100, il paesaggio comprende una distesa alberata di alberi da sughero speciale per una visita anche a cavallo. Inoltre per gli amanti delle lunghe passeggiate, del trekking e addirittura del birdwatching Geraci Siculo rappresenta una meta perfetta. Tra gli animali che popolano la zona ci sono la volpe, la donnola, la lepre, il cinghiale, il coniglio selvatico, il gatto selvatico e la martora. E ancora l’istrice, il ghiro e il moscardino.

Tra gli uccelli esiste la rara l’aquila reale, il falco pellegrino, il gufo comune e la Civetta nelle zone più aperte fino ai 1700 m ed il Barbagianni e l’Assiolo alle quote più basse.

Folklore

A Carvaccata di Vistiamara (III domenica di Luglio – ogni sette anni – prossima edizione nel 2025) è una manifestazione che va avanti dal 1643. Rappresenta una forma di ringraziamento a Dio per aver prediletto i pastori. Con una sfilata a cavallo in cui si procede per maturità anagrafica, dal più giovane al più adulto, spicca il “Cassiere”. In prima fila ovviamente procede un araldo trombettiere con stendardo.

Il costume tradizionale prevede scarpe di pelo, gambiere di orbace abbottonate dietro e alte sopra il polpaccio, pantaloni al ginocchio e giacca di velluto corta e stretta in vita, ornata di galloni neri di seta, copricapo a maglia di lana chiuso alle estremità che cade sul braccio.

Il Cassiere porta “l’Antisfera”, un drappo di velluto di seta nero riccamente ricamato in oro che riproduce la “Sacra Sfera”. A seguire gli altri, in base all’eta e tutti con la mano sinistra, reggono le offerte a Dio. La manifestazione termina con la benedizione e l’offerta alla chiesa.

 

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  • Selenia Torrisi
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