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Chiesetta dell’Ottocento sita all’ingresso della piazza della “Fera ‘o Luni“, nota in origine come Santa Maria alla Grotta e poi ceduta alla confraternita di San Gaetano assumendo così la denominazione attuale.

Il sottosuolo della chiesa nasconde una stratigrafia storica interessantissima: una grotta lavica preistorica alla quale si accede da una ripida scalinata, tradizionalmente indicata come il primo luogo di deposizione del corpo di Sant’Agata e per questo da sempre oggetto di venerazione.

La grotta, forse originariamente utilizzata come cisterna, in età paleocristiana venne quindi utilizzata come sepolcro e poi via via abbellita e trasformata in una cappella, presumibilmente in età bizantina.

Al suo interno spiccano un pozzo riutilizzato poi come fonte battesimale, una colonnina con capitello intagliata nella roccia, un arcosolio che sembra rimandare alle architetture delle catacombe.

Interessanti, ma molto danneggiati sono i resti di affreschi sulle pareti, alcuni databili al XVI secolo.

 

Le Chiese di Sant’Agata

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