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Bivona è un comune della provincia di Agrigento con circa 3000 abitanti.
Famosa per la sua produzione di pesche dal gusto straordinario e di una sedia artigianale, è un borgo circondato dai Monti Sicani.
Nell’antichità era conosciuta col nome di “BisBona” (buona due volte, per la perfezione dell’aria ), nome che si trova per la prima volta in un documento datato 1171. Tuttavia, la forma più frequente fino ai primi anni del Cinquecento rimase “Bibona”.

e in breve tempo divenne un punto di riferimento molto importante per le famiglie nobili del Vallo di Mazara: nel 1554 Carlo V elevò Bivona a ducato, il primo in assoluto nel Regno di Sicilia; in questo modo gli diede anche il titolo di città.

Il prosperare della città si deve anche a due donne: Santa Rosalia e la Madonna dell’olio. Si narra che le proprietà dell’olio fossero origine di miracoli e che addirittura affiorasse dalle acque del fiume Margherita, dove si racconta che un pastore trovò un quadro col ritratto della Madonna e il bambino. In generale il borgo ospitò nel corso degli anni tanti ordini ed istituti religiosi, come il collegio gesuitico di Ignazio di Loyola, del quale rimangono a testimonianza parecchi edifici sacri situati nel centro storico d’origine medievale.

Per quello che concerne l’archeologia, alcuni ritrovamenti hanno permesso di ipotizzare una frequentazione umana del territorio già a partire già dall’età del rame. Alcuni luoghi che si trovano in alto nella zona, fanno pensare ad una continuità nella presenza umana dall’età del ferro fino al Medioevo, con una lacuna nel periodo romano, in cui il sito sembra apparire abbandonato.

Cosa visitare

Tra le architetture da visitare ti consigliamo: la Torre dell’Orologio risalente al XIX secolo, costruita dopo il crollo nel 1775 del campanile della chiesa di San Giovanni (quello che ospitava l’orologio civico da circa il 1588).

Il Magazzino del Duca (risalente al XVI secolo), utilizzato come magazzino e situato vicino la Torre dell’orologio e al Palazzo Ducale.

La Villa comunale, sistemata negli anni trenta piantando una serie di piante di melia, robinie ed anche alcune piante esotiche.

Il Condotto d’irrigazione del XIX secolo, realizzato quando venne aperto l’acquedotto del paese nel lontano 1889, poi successivamente restaurato nel 1932.

Il Casino (XVII secolo), probabile residenza di caccia in cui esistono ancora i ruderi di una cappella e di altri ambienti con arcate.
I ruderi delle “Case Cirriè”, ossia una grande masseria a corte centrale.

I resti del Teatro Comunale del 1847. Nonostante fosse ben suddiviso su due piani e dotato di logge, ben illuminate, purtroppo per una serie di motivazioni, non riuscì mai ad emergere.

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