L’isola dalle grandi colonizzazioni, Pantelleria è stata per le popolazioni rotta ideale e persino sosta di passaggio obbligatoria, quasi a rappresentare un’oasi nel deserto.
Le prime tracce di esploratori risalgono a 5.000 anni fa con i Sesioti, popolo approdato sulle rocciose coste perché interessati all’estrazione e alla lavorazione dell’ossidiana, il diamante nero della preistoria.
Nel X secolo a.C. è l’era dei Fenici che denominarono l’isola YRNM o isola degli uccelli. Questi ultimi fondarono il porto, avviarono la coltivazione della vite ad alberello e costruirono cisterne per la racconta dell’acqua piovana fondamentale per l’intensificazione dell’agricoltura.
Nel 217 a.C. prima i Cartaginesi e poi i Romani la chiamarono Cossyra, piccola (rispetto alla Sicilia). Durante l’impero romano, Pantelleria divenne luogo di esilio per importanti personaggi politici. Furono costruite importanti fortificazioni attorno all’Acropoli e venne edificato il primo nucleo del Castello.
Con la caduta dell’impero Romano, nel 439 nell’area di Scauri scalo approdarono i vandali, di cui si hanno testimonianze in mare, con il relitto di un’imbarcazione, e sulla terra ferma, con resti di edifici, luoghi di culto e sepoltura.
Il V secolo d.C è il tempo poi dei Bizantini, grandi maestri del mosaico ed esperti artigiani del tessuto e della ceramica. Ma fu solo nel 700 d.C. che gli Arabi lasciarono un’impronta profonda nella storia di Pantelleria, rimanendo per oltre 400 anni. Denominata Bent-el-Ryah, ovvero Figlia del vento, l’isola subì forti influenze nella toponomastica, nelle tecniche architettoniche dei caratteristici Dammusi e nell’agricoltura. Gli Arabi introdussero infatti la coltivazione del cotone e dell’ulivo e migliorarono quella dell’uva Zibibbo.
Dopo gli Arabi, fu la volta dei Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi e Borboni, fin quando nel 1861 Pantelleria viene finalmente annessa al Regno d’Italia.
Per la sua posizione nel Mediterraneo, durante la seconda guerra mondiale, diventa luogo cruciale delle strategie fasciste. Per trentacinque giorni il capoluogo viene assediato dalle truppe americane e raso al suolo da un bombardamento puramente propagandistico e strategico.
Solo dopo la guerra, ha avuto inizio la ricostruzione del centro storico, per restituire a quegli angoli distrutti la loro dignità.