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Enoturismo

L'Enoturismo in Sicilia: Cos'è

L’enoturismo è una forma di turismo incentrato sul vino e sulla sua produzione.

Per comprendere al meglio le caratteristiche peculiari di un vino degustato è necessario conoscere a fondo il territorio di provenienza, attraverso l’esplorazione dei sapori, dei profumi, delle tradizioni e dei costumi propri dei luoghi di produzione.

Esplorazione

L'enoturismo è esplorazione, conoscenza, scoperta e degustazione. Oggi si viaggia alla scoperta di luoghi nuovi in grado di emozionarci e regalarci esperienze di vita emozionanti. L'enoturista vuole entrare sempre più a contatto con il territorio, per scoprirne la storia e le origini più antiche.

Cultura

Il vino possiede un grande valore culturale: il vino è terroir. Termine francese, spesso erroneamente tradotto in modo letterale come territorio, ma che racchiude invece un connubio di tre fattori che insieme danno vita all'ecosistema viticolo: il vitigno, il terreno e il clima. Al centro di questo triangolo, la mano dell'uomo è fondamentale per la determinazione della qualità e dell'unicità di un vino.

Storie, uomini e donne

Il vino è fatto di storie, di uomini e di donne, di appassionati che analizzano, costruiscono, promuovono e creano reti di relazioni. Il vino ci aiuta a connetterci con chi lo beve e lo berrà, raccontando le radici della nostra civiltà e della nostra terra.

Ricerca del benessere

Oggi l'enoturista ricerca il benessere e il distacco dalla vita quotidiana, che spesso ritrova in una passeggiata tra i filari di un vigneto profumato, mentre sorseggia un calice di vino all'aria aperta. Tra le mete da sogno le cantine rappresentano così quel luogo senza tempo dove abbandonarsi al piacere della vita.

Sicilia, terra di viticoltura millenaria​

Territorio affascinante ed enigmatico, ricco di storia, arte e cultura, la Sicilia si esprime a colori forti e decisi. Dalle sfumature del blu marino profondo e cristallino, al nero del vulcano più alto d’Europa l’Etna, passando poi al giallo dei limoni succosi e al fucsia delle bouganville.

La tradizione viticola in Sicilia risale al VIII secolo quando i Greci introdussero la potatura, la selezione varietale e la coltura ad alberello. Dopo le innumerevoli invasioni e colonizzazioni di culture diverse, solo alla fine degli anni ’50 nacquero le cantine sociali, che riunivano i piccoli produttori vitivinicoli in cooperative (oggi ricordiamo la cantina Settesoli di Menfi e la Cantina sociale di Trapani). Per decenni il vino siciliano venne utilizzato come vino da taglio per la produzione di vini francesi e piemontesi, grazie alla sua forte gradazione alcolica. Fu però a partire dagli anni ’70 che cominciarono ad affinarsi le tecniche di vinificazione. I vigneti vennero riposizionati in aree vocate, si diede maggiore importanza alle varietà e cloni autoctoni di qualità, e infine venne introdotto l’uso della barrique in cantina.

L’isola del sole è stata nel tempo crocevia di grandi popolazioni. Come direbbe Pirandello, potremmo parlare di una, nessuna, centomila Sicilie, in cui ogni cultura ha lasciato un’impronta significativa nella storia siciliana.

La Sicilia è un vero e proprio continente del vino. Partendo da occidente, le principali zone vitivinicole dell’isola sono: il Trapanese, con la sua produzione di Marsala, la zona centrale che comprende Palermo, Agrigento e Caltanissetta, Messina e la zona Etnea, con terreni rispettivamente sabbiosi e vulcanici, e infine Siracusa e Ragusa, con una concentrazione di vitigni a bacca nera tradizionali.

La regione conta 1 DOCG, 23 DOC e 7 IGT. L’unica DOCG presente è quella del Cerasuolo di Vittoria DOCG, nella zona di Ragusa, prodotto con il vitigno Frappato. La provincia più importante è quella di Trapani, la cui superficie vitata è superiore a quella dell’intera Toscana.

I vigneti siciliani si distribuiscono soprattutto in collina (65%), pianura (30%) e solo il 5% in montagna. Si ha una predominanza di vitigni a bacca bianca, che rappresentano il 53% del totale. La Sicilia, inoltre, si colloca al primo posto in Italia per superficie vitata biologica, con un’estensione di 16.000 ettari. I sistemi di allevamento più diffusi sono a guyot, cordone speronato e il tradizionale alberello a potatura corta.