L’enoturismo si è consolidato in Italia a partire dal 1993 grazie alla nascita del “Movimento del Turismo del Vino”, associazione no profit che seleziona le più prestigiose cantine italiane, sulla base di specifici requisiti.
L’enoturismo, o turismo del vino, è una vera e propria esperienza enogastronomica che abbina alla visita dei luoghi e dei territori di produzione, la conoscenza della cultura della popolazione autoctona.
Il Vino rappresenta parte integrante della nostra identità nazionale, tanto da essere fonte di curiosità o risveglio di interessi, anche per attività turistiche considerate diverse da quelle considerate “classiche”. Ciononostante, il turismo del vino potrebbe essere un fenomeno ancora più conosciuto se si coadiuvasse un maggiore coinvolgimento dei turisti nei percorsi in cui si pone maggior attenzione alla natura, alla ricerca delle proprie radici e alla volontà di riappropriarsi delle tradizioni appartenenti alla nostra cultura nazionale.
Negli anni si è registrato un massivo incremento dell’enoturismo, infatti, diversi sono state gli eventi di settore organizzati lungo tutto lo stivale, come: “Cantine Aperte”, “Calici sotto le stelle”, “Benvenuta Vendemmia”, e non solo; manifestazioni che hanno oltrepassato i confini nazionali e grazie ai quali si è potuto consolidare il legami tra i viaggiatori appassionati di enologia e le Aziende del settore.
Nel corso delle visite aziendali è possibile, non solo promuovere il proprio prodotto ma, anche, rinnovare la propria Azienda come servizio turistico, ampliandone l’immagine e le prospettive.
La pandemia di Sars-Covid 19 ha modificato le abitudini quotidiane e turistiche tanto che il turista concepisce e organizza in modo diverso i propri viaggi, preferendo spazi aperti, immersi nella natura, anche per i viaggi di breve o medio raggio o per periodi davvero brevi (i cosiddetti short break). Non di minor conto, è la qualità dei prodotti gastronomici offerti nel corso della visita: cibi e bevande tipiche, perlopiù biologiche e con un bassissimo impatto ambientale, nel rispetto della flora e fauna circostante.
Nel 1999, nasce “Strade del Vino”: percorsi unici pensati per questo particolare settore turistico, con nuove segnalazioni stradali che indicano nello specifico ben 150 percorsi, con 400 etichette, per un totale di 3300 aziende. Si pensi che, il grande successo ottenuto ha fatto si che nel 2006 le Strade del Vino venissero regolamentate con la Carta Europea dell’Enoturismo.
Ma chi è il turista enogastronomico?
Il profilo tipico del turista enogastronomico varia in base alla nazionalità. Sebbene l’età stimata in generale vada in media dai 30 ai 50 anni, ciò che risalta è la differenza di tempo dedicato alla visita ed organizzazione in base alla sua provenienza.
I turisti stranieri, infatti, tendono ad affidarsi a Tour Operator e a fermarsi per circa 4 giorni nell’azienda, mentre il turista italiano organizza da solo il proprio viaggio, preferendo una visita e una degustazione in giornata, allungando la visita al massimo alla giornata successiva. La primavera è la stagione prediletta, con una stima di spesa di circa 150€ al giorno.
L’enoturismo è un fenomeno intermedio, né di massa né nicchia, e rappresenta un volume crescente che potrebbe essere segmentato a dovere solo se i professionisti del settore investissero maggiormente nella formazione e in una strategia di marketing volta alla massimizzazione del profitto.
Sarebbe quindi opportuno stimolare i viaggiatori con qualcosa di nuovo, mai banale, in cui l’accoglienza è il focus primario, perché non è semplicemente il prodotto di qualità a generare profitti, ma lo è altrettanto la comunicazione della filosofia aziendale e dell’identità dell’etichetta.
Qual è la situazione dell’enoturismo in Sicilia?
L’IRVO, Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia, nacque nel 1950 come ente pubblico al servizio della vitivinicoltura siciliana, preposto alla tutela, all’evoluzione e alla promozione della produzione del vino.
L’ente considera e valorizza seriamente l’aspetto “culturale” del vino, ed è proprio a tal fine che l’IRVO ha cercato negli ultimi 70 anni di mantenere delle collaborazioni con altri enti analoghi, affinché si riuscisse a promuovere beni gastronomici e territorio allo stesso tempo.
Tra i luoghi siciliani in cui è possibile praticare enoturismo abbiamo qui una lista di cantine, con tutti i servizi disponibili.
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