Lo sapevi che il Carnevale in Sicilia, si festeggia ben da quattro secoli?
Sì, a partire dal XVII secolo, nella regione, si iniziò a celebrare la fine del periodo atto al “carnem levare” legato alla tradizione cattolica.
Man mano che gli anni passavano, i festeggiamenti diventavano sfarzosi, divertenti e colorati. Prima duravano addirittura un mese intero, ma dopo il tremendo terremoto del 1693, vennero ridotti a circa una settimana. Cinque giorni, a partire dal giovedì grasso (e che quindi terminano il martedì grasso successivo) in cui ogni scherzo vale.
Nella regione, tre sono le città con i festeggiamenti più particolari e riconosciuti in tutta la nazione: Sciacca, Acireale e Mezzojuso (in provincia di Palermo). Vi furono momenti storici in cui popolo e nobili festeggiavano addirittura insieme e momenti in cui addirittura re Ferdinando II di Borbone, nel 1802, partecipò alla festa.
Le carrozze patronali in sfilata erano immancabili, come le maschere tipiche: i “Jardinara” e i “Varca”, famose nella provincia di Palermo, i “briganti” e quella del “cavallacciu”, nel Catanese. I “dutturi”, i “baruni” e “abbati” tra le maschere rappresentanti i ceti sociali, poi la “Vecchia di li fusa”, nella contea di Modica e gli “Nzunzieddu“, con il viso sporco di fumo e terra rossa. Non dimentichiamo il pigro Peppe Nnappa!
Il carnevale, rappresenta un momento enogastronomico importante. Si tengono vive le tradizioni e si resta legati al passato, aggiungendo un pezzo di “famiglia” alle ricette tipiche.
Dieci sono i dolci tradizionali più conosciuti:
- le chiacchere
- le chiacchere ripiene
- la pignolata messinese
- la pignolata al miele
- gli sfinci
- gli sfinci di riso
- le ciambelline fritte
- i cuddureddri di Carnevale
- fraviole alla ricotta
- teste di turco (di Castelbuono)
Insomma, esistono mille motivi per venire in Sicilia, oggi te ne abbiamo solo fornito uno in più (o forse dieci!).
Buon Carnevale a tutti!