Caltanissetta

Caltanissetta è un comune italiano di circa 60.000 abitanti nonché capoluogo dell’omonimo Libero Consorzio comunale in Sicilia.

Cenni storici

Situata nell’entroterra siciliano, a 568 m s.l.m., fu abitata per la prima volta dai Sicani, che si stanziarono in diversi villaggi già a partire dal XIX secolo a.C..
L’odierna città fu fondata verosimilmente nel X secolo durante il dominio degli Arabi in Sicilia, ai quali si deve l’origine del toponimo “Caltanissetta”. Deriverebbe infatti secondo alcuni da Nisa o Nissa, nome dal quale con l’aggiunta dell’arabo Qal ‛at «castello», sarebbe derivato il nome con cui è conosciuta adesso.

Trasformata in feudo dai Normanni, dopo varie vicissitudini passò nel 1405 sotto il dominio dei Moncada di Paternò, che furono i titolari della Contea di Caltanissetta fino al 1812; della nobile famiglia oggi rimane il seicentesco Palazzo Moncada in stile barocco. Fino al periodo della dominazione borbonica il territorio regionale era diviso in tre valli: il Vallo di Mazara, il Val Demone e il Val di Noto, le tre macro aree, il cui confine era definito in senso nord-sud dalla linea dei due fiumi, Imera Settentrionale e Imera Meridionale.

La suddivisione in province

La provincia così nacque circa nel 1818, quando la regione venne ufficialmente suddivisa in province. Caltanissetta ai tempi comprendeva circa il 40% della provincia ennese e il 10% di quella ragusana. Nata come giacimento di zolfo in mano a famiglie nobiliari che ne cedettero la concessione per lo sfruttamento a società straniere, nel corso del tempo subì diverse tragedie, crolli e incendi che causarono gravi perdite umane. In funzione di queste miniere, la provincia fu interessata dalle costruzioni ferroviarie della società ferroviaria settentrionale “Vittorio Emanuele” tra il 1876 e il 1879.

Rimane tutt’oggi una delle province siciliane con maggior dipendenza dalle attività agricole. Dal punto di vista socio-economico, il territorio ha subito una profonda modificazione quando l’attività estrattiva venne interrotta. Ricordiamo che nei primi anni 1950 erano attive ben 150 miniere in cui lavoravano ben 11.000 addetti. Sicuramente l’inversione di rotta del sistema produttivo ha innescato dinamiche migratorie dirette purtroppo all’esterno della regione, oltre a forme micro-migrazione della popolazione (fra gli anni 1980 e 1990) in direzione del complesso petrolchimico di Gela. Il turismo appare in prevalenza legato all’escursionismo culturale.