Nel novembre del 2018 l’Unesco iscrive l’Arte dei muretti a secco tra i beni immateriali Patrimonio dell’Umanità.
L’organizzazione ha reputato infatti che i muretti a secco “svolgono un ruolo vitale nella prevenzione delle slavine, delle alluvioni, delle valanghe, nel combattere l’erosione e la desertificazione delle terre, migliorando la biodiversità e creando le migliori condizioni microclimatiche per l’agricoltura”, ed è effettivamente così.
Viaggiando in giro per l’isola siciliana, si noteranno chilometri e chilometri di muretti a secco, che variano nel colore in base alla provincia: attorno all’Etna sono di color nero e parte di terrazzamenti di vigneti che producono Etna Doc.
Le zone iblee, invece, essendo di origine calcarea, possiedono un colore bianco per tutta la campagna circostante.
A Pantelleria invece, i muretti sono nati dall’ingegno dei contadini per trovare un’intelligente soluzione al dislivello del terreno dando vita ai “Giardini Panteschi”.